Ciò che rende avvincente il meccanismo narrativo dell’ultimo film di Ron Howard è che il confronto televisivo tra il presidente americano fresco di impeachment, Nixon (Frank Langella), e il conduttore di talk show che cerca l’intervista della vita, Frost (Michael Sheen), viene raccontato, nella sua preparazione e nel suo svolgimento, come fosse il big match tra due pesi massimi di pugilato, con una carica di pathos che riecheggia a tratti atmosfere da Rocky o Toro scatenato, imprestate a una struttura filmica che coniuga la vicenda vera e propria, ripercorsa in forma di flashback, a false finestre-intervista nello stile dei documentari di History o Discovery Channel.