Grammatica è la summa del quadro legislativo di una lingua.
Le parti canoniche di essa sono la fonetica, che studia la qualità, l’articolazione la pronuncia dei suoni delle lettere e delle sillabe, la morfologia, che studia la flessione e la formazione lessicale delle forme linguistiche, e la sintassi, che studia la disposizione delle parole e delle frasi nel testo. A queste tre sezioni se ne potrebbe aggiungere una quarta, denominata “morfologia poiematica”, il cui studio si incentri sulla formazione di parole nuove. I due processi fondamentali che intervengono nella formazione delle parole (verbificina o verficina, verbifictura, verbinovazione) sono l’analogia e l’anomalia.
Una parola è creata per analogia quando almeno uno dei suoi elementi (in genere il suffisso o la terminazione) sia riconducibile ad altre parole esistenti; è invece creata per anomalia quando la sua forma appare del tutto casuale o arbitraria, come nel caso delle onomatopee o delle parole adattate da lingue straniere (chiaramente però anche all’interno dei processi di adattamento fonetico si creeranno per forza dei casi similari o delle soluzioni paradigmatiche, ad es. nel greco il dittongo ai sarà sempre adattato in “e” etc., sicché anche a questo livello si dovrà parlare di analogia).