E’ possibile pensare in termini storici che un odio razziale possa mai essere divenuto un programma politico di sterminio? In realtà sembra che quasi sempre le persecuzioni antiebraiche post-diaspora in Europa fossero più che altro mirate a colpire una casta economica: fu così nella cattolica Spagna della prima età moderna, dove gli ebrei non erano considerati in quanto tali, ma come classe degli usurai; e fu così anche nell’Europa orientale, nella Russia dei primi pogrom, dove essi erano considerati gli immigrati colpevolmente agiati contro cui veniva fatto scaricare il malcontento dei contadini e dei lavoratori. E mentre ormai in tutta l’Europa continentale gli ebrei rappresentavano la personificazione satanica del capitalismo e si parlava di un complotto internazionale ebraico teso a conquistare il governo mondiale, neppure Stalin poté astenersi dalla tentazione di propagandarli come cosmopoliti borghesi nemici del socialismo. All’inizio della II guerra mondiale ci sarebbe stato addirittura un patto tra Urss e Germania del III Reich che prevedeva la consegna degli ebrei russi ai nazisti, se non addirittura uno sterminio congiunto di uomini, donne e bambini delle odiate comunità giudaiche. E così Hitler per cancellare la piaga del giudaismo si trovò a collaborare con un altro demone da abbattere secondo il programma del suo Mein Kampf , i comunisti.