Il dopo-Mancini

Le elezioni successive alla morte di Mancini videro in realtà in contrapposizione due candidati che, sulla scena cosentina, potevano ben rappresentare l’equivalente di ciò che furono Marco Antonio e Ottaviano dopo l’uccisione di Cesare: da un lato Catizone, l’erede designata, e, per così dire, l’Ottaviano della situazione, dall’altro Salvatore Perugini, il nostro Marco Antonio, presidente del Comsiglio comunale uscente che con gli assessori della giunta aveva portato a spalla il feretro di Mancini al suo funerale, e che, data la stretta collaborazione col vecchio sindaco negli anni del suo ultimo protopolitato, si sentiva il vero depositario del testamento politico del defunto. Non vinse allora, ma si sarebbe preso la piena rivincita in seguito, simile in questo più a un Nixon minore, forse, che al vero Antonio.


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