Sommario storico della musica leggera italiana

All’origine della musica leggera italiana vi sono i patrimoni canori regionali e le canzonette del teatro d’avanspettacolo.

A queste due forme di canzone leggera si affiancò,dall’inizio del XX secolo e con una particolare intensificazione negli anni del fascismo,la canzonetta radiofonica,basata su un’impostazione vocale che tendeva il capo alla lirica e una tenuta ritmica accattivante e adatta alla diffusione.Delle tradizioni canore regionali la prima ad assumere dignità di scuola melodica,grazie anche alla letterarietà di alcuni suoi testi,fu quella napoletana.Fino alla fine degli anni ’50.,dunque,la scuola napoletana,assieme alla canzonettistica di matrice teatrale e radiofonica,la fece praticamente da padrona sulla scena della musica popolare italiana. Negli anni ’60 si afferma una nuova generazione di cantanti-intellettuali che si propone di cantare il sentimento in modo elegante e malinconico,senza gli edulcoramenti melodici del modello napoletaneggiante ma introducendo per la prima volta l’elemento del travaglio esistenziale:sono artisti,come Tenco,De André,Paoli,tutti provenienti dal territorio di Genova,sicché il loro movimento è denominato generalmente “scuola genovese”,ma,dato il suo peso culturale profondo e duraturo,esso costituisce più realmente un vero e proprio stile d’arte trasversale ad ogni connotazione regionale e cronologica,la cui atmosfera tematica informa l’opera dell’interprete più rappresentativo degli anni ’70,Lucio Battisti,e si prolunga in quella dei suoi epigoni e continuatori. Proprio negli anni ’70 Claudio Baglioni,romano,compie la svolta storica nella scelta del destinatario della musica popolare indirizzando l’immaginario poetico dei suoi brani d’amore più apertamente ad un pubblico adolescenziale e giovanile:da allora la musica leggera tenderà perlopiù a distaccarsi dal pubblico adulto per rivolgersi con specifica preferenza alla massa dei giovani.In questo decennio nasce anche la canzone politica,il cui maestro riconosciuto è Francesco Guccini,figlia del fervore degli anni della contestazione e dei rivolgimenti nella società italiana dovuti agli anni di piombo;dalla canzone politica muove un altro romano,Francesco De Gregori,per approfondire i toni della pittura sociale e storica,mentre Antonello Venditti,anch’egli romano,è una via di mezzo tra il cantante politico e il cantante sentimentalista,mantenendo una sorta di romantica e sognante ironia nei confronti dell’attualità sociale.Con Venditti,De Gregori e Baglioni,pur nella diversità delle loro tematiche,si può parlare di una “prima Scuola Romana”. Negli anni ’80 a Napoli una nuova generazione di cantanti e musicisti cresciuti con le inflessioni della musica blues e folk americana e internazionale la reinterpreta con spirito mediterraneo dando vita alla Nuova Scuola Napoletana:gli esponenti principali sono Eduardo Bennato,Pino Daniele,Tullio De Piscopo e Toni Esposito. Alla fine degli anni Novanta si afferma la cosiddetta “seconda Scuola Romana”:essa si lega alla prima per un’eredità vendittiana di fondo,che matura in una coscienza e quindi in una poesia musicale più tesa al disincanto,alla leggerezza,al gioco,orientata a dissociare l’intralcio buffo della vita dal proprio spirito,ma in realtà ha probabilmente come vero modello lo spirito anarchico – surreale di Rino Gaetano,cantante calabrese fiorito anch’egli negli anni ’70.A questo nuovo movimento appartengono,tra gli altri,Niccolò Fabi,Daniele Silvestri e Max Gazzé.
Gianluca Vivacqua 7 ottobre 2004


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