Probabilmente tutta l’insiemistica, sia quella logico-matematica che quella degli elementi reali o materiali, potrebbe essere una branca della tassonomia, la suprema scienza delle classificazioni e delle ripartizioni razionali e sistematiche in gruppi e famiglie. In matematica (e non solo) si fa distinzione tra insiemi omogenei, formati da elementi dello stesso tipo, e insiemi eterogenei, formati da elementi di natura diversa. Tra gli insiemi eterogenei ci sono certamente quelle che si chiamano leghe, le federazioni di città, che rappresentano una mappa territoriale avulsa dai riferimenti geografici effettivi di ciascuna delle città che le compongono: in pratica, è come se una lega, con le sue varie componenti civiche, e vicaniche, facesse territorio a sé, al di fuori e al di sopra delle aree di appartenenza di ciascun elemento. Il termine tecnico (anche se non l’unico) per indicare una lega di città è, nella lingua greca, sympoliteia.
Straordinario è pensare che gli eredi di questo modo di associarsi di città piccole e grandi, in modo assolutamente eterogeneo, macedonico, ma almeno con un parametro o un interesse o un valore a far da collante, siano i campionati sportivi con i loro gironi. Penso, prima di tutto, a quelli calcistici. In fondo basta rifletterci: un girone di un campionato italiano di calcio, che sia la serie A, la serie B, la Lega Pro e le serie dilettantistiche, può essere guardato e analizzato o dal punto di vista meramente agonistico (quindi come spazio in cui si incrociano le partite tra le squadre che lo compongono) o dal punto di vista simpoliteutico (dobbiamo creare questo neologismo per analogia a terapeutico). I
n questo caso, più che le squadre che rappresentano città e paesi, contano proprio le città e i paesi che fanno da sfondo alla vicenda agonistica del girone e del campionato. Il bello della sympoliteia offerta, incidentalmente, dallo spettacolo calcistico, è che è molto liquida: grazie ai meccanismi delle retrocessioni e delle promozioni, infatti, qualunque sia la stagione non esiste una sympoliteia che sia esattamente uguale a quella della stagione precedente.
Quindi, si potrebbe dire nel gergo dell’insiemistica logica, i gironi dei campionati non sono insiemi finiti, ma accolgono costantemente nuovi elementi al loro interno, anche se lo fanno nello stesso momento in cui ne espellono altri, in un numero corrispondente a quello degli elementi entranti.