Autore: Gianluca Vivacqua
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Un filone è un sottogenere di opere che prendono spunto stilistico e tematico da un prototipo. Una saga è un ciclo di opere che prendono ispirazione dalle vicende raccontate in un prototipo, ma senza necessariamente essere in relazione con esso come seguiti o versioni rifatte.
(Un esempio di saga è la serie di Star Wars; linkoriginale -
La cenotetologia è (o potrebbe essere) la scienza della vanità. Appartiene a quella categoria di scienze che con teminologia mendeleviana potremmo chiamare eca-, quelle, cioè, che non esistono effettivamente ma di cui si può intuire l’esistenza.
La manifestazione più classica della vanità a livello sociale è l’ostentazione. Esistono due tipi di ostentazione:
– l’ostentazione corneliana (da Cornelia, nobildonna romana madre dei Gracchi), che non è altro che il piacere virtuoso di condividere con gli altri le proprie gioie;
– l’ostentazione grimaldiana (da messer Ermino de’ Grimaldi, protagonista di una novella del Decameron), che al contrario comunica la volontà di suscitare stupore o invidia nell’animo altrui.
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Il miglior manuale per conoscere in modo sintetico ma esauriente le biografie dei presidenti Usa è quello del giornalista Mario Francini, apparso nel 1996 nella collana “100 pagine – 1500 lire” della collana Tascabili Economici Newton. Il volumetto si ferma a Clinton, più precisamente al suo primo mandato: la nostra intenzione è quella di continuare l’opera di Francini.
Dopo una contestatissima elezione, che fu proclamata solo a distanza di mesi dalle presidenziali, una volta concluso un meticoloso riconteggio delle schede della Florida, il presidente George Walker Bush, figlio di George Herbert, iniziò il suo primo mandato tutt’altro che in discesa. All’inizio del 2001, infatti, scoppiò lo scandalo del colosso energetico Enron, costretto a fallire per bancarotta fraudolenta. Il caso avrebbe certamente avuto conseguenze più gravi se ad “insabbiarlo” non fosse intervenuto un evento apocalittico come l’attentato terroristico dell’11 settembre di quello stesso anno, la più grande minaccia mai portata sul suolo statunitense dai tempi di Pearl Harbour.
Da quel momento Bush si pose come obiettivo la distruzione di due nemici, il regime talebano in Afghanistan: che da anni dava ricetto ai terroristi di al-Qaeda e al loro leader bin Laden, individuati come responsabili dell’attentato, e Saddam Hussein, il dittatore iracheno, già amico degli americani, che negli anni dell’embargo post-prima guerra del Golfo aveva accentuato i suoi atteggiamenti anti-occidentali e inoltre si presumeva possedesse armi chimiche. Il presidente riuscì nel proprio intento prima che scadessero i suoi primi quattro anni alla Casa Bianca: il regime talebano fu sradicato con una campagna-lampo condotta nell’autunno-inverno del 2001, mentre Saddam Hussein fu abbattuto nella primavera del 2003, al termine di quella che fu detta “seconda guerra del Golfo”(la prima era stata condotta dal padre insieme ad una coalizione internazionale). Sostanzialmente più tranquillo fu il secondo mandato, nel corso del quale dovette comunque affrontare i problemi e le insidie di una lenta e difficile ricostruzione in Afghanistan e Iraq. -
1. Subito dopo l’ermetismo, il movimento letterario più importante sorto in Italia fu il cosiddetto Gruppo 63, che intendeva riconnettersi sul piano letterario all’esperienza artistica del Neorealismo.
2. Dopo la morte di Pirandello, il teatro italiano non ha più avuto grandi autori, notevoli anche sul piano letterario, almeno fino alla fioritura di Dario Fo. Il suo merito principale è stato forse quello di aver proposto una coraggiosa mistura di dialetti settentrionali, il cui risultato è una ricetta di grammelot che sembra particolarmente adatta alla commedia dell’arte.Sul versante della poesia non si registrano grandi novità dai tempi della stagione ermetica. Più effervescente il mondo della prosa, con il neorealismo letterario di cui sono capifila Moravia, Brancati e Mastronardi e l’ultraverismo di Gadda e Camilleri, la cui scrittura è caratterizzata da parole ed espressoni prese di peso dal dialetto. Per scrittura si intende la produzione testuale di un autore in quanto frutto del suo bagaglio culturale ma anche delle sue predilezioni lessicali, in definitiva il suo modo di scrivere; essa si differenzia dallo stile, che è piuttosto il modo con cui il temperamento narrativo-espositivo di uno scrivente, i ritmi e l’andatura con cui affronta lo sviluppo di un tema o di una storia, si adattano alle regole della grammatica. In pratica parliamo del modo di raccontare, di trattare o di tratteggiare entro un sistema-lingua. -
In ogni parola è possibile individuare una radice e una desinenza (a essere pignoli, un prefisso, una radice, un suffisso e una terminazione; il più delle volte sono il suffisso e la terminazione insieme a formare la desinenza). A dare il significato alla parola è sempre la radice, mentre la desinenza ha più che altro una funzione grammaticale. Anche nelle date-anno, che sono delle vere “parole” numeriche (si potrebbe dire che sono le uniche parole che è possibile scrivere per mezzo di numeri) e perciò possiamo chiamare anche etonimi, si possono distinguere una radice (la prima o le prime due cifre) e una desinenza (le ultime due). Chiamiamo questi due elementi cronemi, per analogia ai morfemi e ai monemi della linguistica. Nelle date, però, non è la radice a identificarle, bensì la desinenza. La radice contestualizza la data, cioè indica il secolo a cui appartiene. La chiamiamo cronema base o semplicemente cronema (oppure anche radice centuriale) perché inquadra cronologicamente la data. La desinenza, invece, dà alla data il suo significato storico, cioè la individua come il periodo di tempo in cui è accaduto quell’avvenimento o quell’insieme di avvenimenti, e la chiamiamo quindi cronema istorema o semplicemente istorema.Per tante date storiche emblematiche non è neppure necessario esplicare il contesto cronologico: per esempio, è sufficiente dire o scrivere ’14 per indicare l’anno di apertura della Prima guerra mondiale, o ’89 per riferirci a quello della caduta del muro di Berlino; o ancora, è sufficiente dire ’48 per parlare dell’anno delle Cinque giornate di Milano e delle grandi insurrezioni nazionali di metà ‘800 in Europa. Poi, naturalmente, sarà il contesto a chiarire se parliamo del 1914 piuttosto che del 1814 (anno dell’istituzione dell’arma dei Carabinieri); del 1989 anziché del 1789 (inizio della Rivoluzione francese); o magari del 1848 e non del 1648 (conclusione della Guerra dei Trent’anni).
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Possiamo distinguere essenzialmente sei tipi di viaggio culturale.– – Il Grand Tour, quello classico dell’aristocrazia europea del ‘600-‘700-‘800; è il tentativo di coprire il territorio di un intero Paese o anche di più Paesi insieme e si basa, perciò, su una rigida selezione di partenza dei luoghi e delle città da visitare.– – Il tour tematico, un viaggio che tocca città o luoghi di regioni diverse alla scoperta di un aspetto che li accomuna (es. fontane o monumenti statuari con lo stesso soggetto, chiese dedicate allo stesso santo etc.).– – Il tour a programma: ricalca un itinerario storicamente o idealmente già definito (per es. il tracciato di un’antica via romana, il percorso della Via Francigena o anche il giro d’Italia suggerito dalla serie dei francobolli delle fontane italiane).– – Il tour regionale: tocca tutti i capoluoghi di una regione e seleziona i borghi più interessanti da visitare in ciascuna provincia.– – Il tour provinciale: parte dal capoluogo della provincia e tocca tutti i suoi borghi più interessanti e rappresentativi (la scelta, naturalmente, è più ampia di quella permessa dal tour regionale, perché si tratta di un territorio più circoscritto).– – Il tour comunale: si svolge tutto nel territorio di una singola città o di un singolo borgo. Generalmente chi intraprende questo tipo di tour, che è il più “stanziale” di tutti, non dovrebbe mancare di vedere la chiesa principale della città (la cattedrale o un eventuale santuario o basilica), il museo più importante, il giardino pubblico, tutti i monumenti statuari e pegologici delle piazze ed eventualmente anche lo stadio.
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Una citazione (da un grande autore, da un film, da una canzone etc.) può essere implicita o anche esplicita o, per usare un’altra terminologia, incastonata oppure chiosata.Difficile dire quale delle due faccia fare più bella figura, in fondo non c’è molta differenza tra di esse. Infatti:
– la citazione implicita è integrata nel corpo di un testo o di un discorso, senza che se ne dichiari la provenienza;
– la citazione esplicita, al contrario, riporta il nome dell’autore o dell’opera da cui essa è tratta. -
La trasformazione come transustanziazione operata dalla magia può avvenire o in continuità (solido/solido, liquido/liquido) rispetto allo stato della materia oppure in discontinuità (solido/liquido, liquido/solido).
La trasformazione come trasmutazione riguarda invece i processi di passaggio animato/inanimato, inanimato/animato, maschio/femmina, femmina/maschio, giovane/vecchio, vecchio/giovane, antico/moderno, moderno/antico, terrestre/extraterrestre, extraterrestre/terrestre, animale/umano, umano/animale, europeo/extraeuropeo, extraeuropeo/europeo etc. I processi sono trasfiguranti (o alienanti) quando nella trasformazione l’identità di partenza si perde e diventa tutt’altra identità, oppure metempsicotici, quando l’identità di partenza si conserva e diventa una sua distorsione spazio-temporale (una versione più giovane, ammesso che non si tratti di una presenza richiamata dal passato, perché in questo caso non parliamo di magia trasformativa, o una versione più vecchia) o fisiologica (una versione straniera o extra-umana o anche di sesso opposto). Anche le trasmutazioni-clonazioni obbediscono ai processi di cui sopra.